martedì 3 novembre 2015

Le cronache di SpeleoNarnia



Sto tornando da Pisa in treno ma la mia mente è già proiettata al viaggio che mi aspetta, insieme al trio Livia-Furio-Vale, per raggiungere il caratteristico borghetto umbro di epoca medievale costruito su un piccolo promontorio che, nei giorni seguenti, sarebbe diventato il centro d’Italia (non solo geograficamente).

A Narni infatti si sarebbe tenuto l’annuale Raduno Nazionale di Speleologia, evento che riesce a richiamare e convogliare in un unico luogo molti di noi; esploratori e geografi del buio che hanno in comune la passione della speleologia, delle grotte e di tutto il mondo che ruota attorno ad esse.

Arrivato a casa, in fretta e furia finisco lo zaino. Mi carico tutto in spalla, parto con lo scooter e, dopo essere passato in sede del GSP a recuperare una tenda lasciataci dal buon Carlo, mi avvio in direzione di Noale, luogo d’incontro dei 4 temerari in partenza per il raduno! 

Ci aspettano tre le 4 e le 5 ore di macchina e purtroppo non possiamo utilizzare, come teletrasporto, il passaggio inter-dimensionale all’interno dell’armadio del noto film “Le cronache di Narnia”. Si dice che per il titolo di questo film abbiano ripreso proprio l’antico nome di Narni, per l’appunto “Narnia”.
No comment. Era l'eccitazione della partenza
Un forte mal di testa mi raggiunge poco dopo la partenza (questo viaggio inizia bene!), ma questo non mi impedisce di scartavetrare le palle a Furio per obbligarlo a scrivere il post sull’uscita in grotta con i ragazzi disabili di quasi due settimane prima (leggi post http://bit.ly/1P7VHOB ).

Il tempo è abbastanza nuvoloso ma il meteo dice che i prossimi giorni saranno caratterizzati da tempo sereno con temperature che arriveranno anche a 20°C (per essere fine ottobre… fantastico!)
Mentre Furio scrive, Vale guida, Livia dorme e io rantolo in stato vegetativo/comatoso, verso le 19 siamo in mezzo all’Appennino dove il cielo finalmente si schiarisce e “uscimmo a riveder le stelle” [cit.]
La prova che qui si dorme!
Urlo di gioia quando scorgiamo il primo cartello con indicazione NARNI! Il navigatore ha fatto il suo lavoro (strano).

Alle 21 e spiccioli arriviamo finalmente al paese, troviamo per botta di… “chapet” un parcheggio e ci incamminiamo all’avventura, per capire dove ci si registra, dove si mangia e dove si dorme.
Dopo esserci censiti, aver comprato maglietta souvenir e ricevuto sportina omaggio andiamo allo Speleobar per rifocillarci a dovere, partendo tanto per cominciare dai mitici arrosticini. Gli altri del GSP (Luca, Carlo, Adriano, Gianfranco, Irene, JP, Greta e Domenico) sarebbero arrivati al raduno l’indomani.

Ora arriva il momento critico; ovvero trovare un posto dove accamparci. Poco fuori dalle mura del paese troviamo un parco pubblico che è stato dato in concessione ai “tendisti”. Troviamo un bello spiazzetto in angolo, isolato, libero. Cominciamo a stendere le tende ma poi capiamo perché era un bello spiazzetto completamente libero...è il bagno!
Le mura di Narni - Foto Alberto Ciampalini
Selfie di gruppo
Prima stella a destra questo è il cammino
Speleobar - foto Alberto Ciampalini
Prendiamo le tende ormai quasi montante e ci spostiamo poco più in là. Alle 3 meno un quarto riusciamo ad andare a dormire ma solo mezz’ora più tardi veniamo svegliati da qualcuno che si mette a gonfiare il proprio materassino con una pompa di quella da canotto. I fischi delle pompate riecheggiano in tutto il parco.
................. - Foto Alberto Ciampalini

Arrediamo per bene la tenda - Foto Alberto Ciampalini
Il parco "tendisti" - Foto Livia Savioli
 30 Novembre, tutti in piedi alle 9.30 per andare a fare colazione e partecipare alla prima conferenza della giornata sui fossili delle grotte.
Conferenza di apertura - Foto Alberto Ciampalini
Finita la conferenza subito a pranzare allo Speleobar che si è riempito anche degli speleo che sono sopraggiunti a Narni la mattina di venerdì. Più siamo, più bello è.
L’imbarazzo della scelta su quale stand gastronomico dirigerci non ci ha fermati. Chi ha preso da mangiare dai trentini, chi dai siciliani, chi dai calabresi, chi (Furio) da più contemporaneamente.
Primo pranzo - Foto Alberto Ciampalini
Speleobar - Foto Alberto Ciampalini
Il pomeriggio è dedicato nuovamente alle innumerevoli conferenze e proiezioni che occupano tutto l’arco della giornata dalle 9 di mattina fino anche alle 10 di sera. Dalle proiezioni del gruppo La Venta in Chapas (Messico) a conferenze sui chirotteri, da conferenze su scansioni 3D a basso costo a quelle tenute dall’ESA e dal nostro Francesco Sauro sulle frontiere delle nuove tecnologie da poter applicare alla speleologia; passando dalle grotte di Ghiaccio in Conturines (Alessio Romeo e il solito Francesco Sauro) e dalle grotte più grandi del mondo in Cina e Tibet con i rilievi laser scanner di National Geographic arrivando addirittura alle grotte extraterrestri. Il materiale d’intrattenimento certo non mancava.
Arbol de Navidad - Foto Alberto Ciampalini
ESA CAVES - Foto Alberto Ciampalini
Allo stand materiali ci rifacciamo gli occhi per vedere cosa poter comprare. Io acquisto un bel calendario speleologico 2016 e due libri La Venta, Furio un sacco personale (perché a casa a mani vuote proprio non voleva tornare) e Valentina un nuovo amichetto da compagnia... che però ha subito capito chi è il più simpatico
Un nuovo amico - Foto Valentina Costantini
Beh ora non sto ad elencarvi per interno quello che abbiamo fatto in due giorni ma è tutto riassumibile nella scena in cui Valentina ha cercato di aprire la tenda con il pulsante della macchina. Immaginate voi.

Il famoso Thomas Edison ad una conferenza disse Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecentonovantanove modi su come non va fatta”. Ecco, qui in foto potete vedere uno degli innumerevoli modi in cui non aprire una bottiglia di vino… con un picchetto da tenda.. e per di più piegato. 
Metodi non convenzionali - Foto Alberto Ciampalini
Un sacco di risate in mezzo a 2000 compagni speleo che, con fiumi di alcool in corpo, movimentano sempre le serate sotto al tendone.

Voglio ringraziare l’organizzazione dello Speleoraduno che si è fatta un mazzo tanto per poterci letteralmente far invadere un paese, i miei compagni di viaggio che al ritorno in macchina si sono fatti prendere da un impeto di “latinorum” e tutti gli altri del GSP che sono venuti fino a Narni.
Speleo-botanica - Foto Valentina Costantini
Alberto (Rabo)

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