martedì 17 marzo 2015

Una domenica a Planinska Jama

Più di 50 persone puntuali alle 7 del mattino di domenica, corriera piena. Sono presenti alcuni bambini, diversi ragazzi, giovani e persone adulte, non manca nessuna fascia d'età!
La maggior parte sono amanti della montagna, di lunghe passeggiate, di ferrate e ciaspolate, ognuno venuto per qualche motivo diverso, ma in comune c'è la voglia di meravigliarsi, di lasciarsi incantare da una delle forme più nascoste in cui si manifesta la natura, l'ambiente sotterraneo, la grotta.

In corriera gli organizzatori dell'uscita ( Michele Marrone e Mauro Baratto della Commissione Escursionismo del CAI di Padova) lasciano la parola al nostro socio Adriano: la sua spiegazione del fenomeno carsico e la descrizione delle particolarità della grotta che andremo a visitare sono come al solito chiare e dimostrano una competenza profonda dell'argomento. Per quanto sia abituato a sentirlo parlare, l'effetto che fa su di me come sugli altri partecipanti è quello di essere di fronte ad una vera e propria guida ben preparata, non un semplice accompagnatore!
Arriviamo al parcheggio, nei pressi di un rustico chiosco in legno, a fianco di una caratteristica torre (torre Ravbar). Ci attende la guida slovena del posto, Samsa Zvonko a cui si affianca una traduttrice.


Percorriamo il sentiero in discesa che ci porta alla riva del fiume Unica e ci accorgiamo che il paesaggio intorno a noi ha un che di catastrofico: sono tantissimi gli alberi e i rami caduti per terra, anche se si vede che è stata fatta una certa pulizia e sono stati tagliati quei rami che altrimenti avrebbero ostruito il percorso. Ci viene spiegato che la causa di ciò è dovuta all'eccezionale fenomeno di galaverna che ha colpito la zona lo scorso anno, proprio quello che aveva impedito di poter visitare la grotta di Planina nell'uscita programmata giusto un anno fa.
Dopo un quarto d'ora di passeggiata giungiamo all'ingresso della grotta. Maestoso, impressionante, una parete di roccia di un centinaio di metri con un'apertura ad arco alla sua base, da cui esce il fiume.



Il rumore dell'acqua è forte e contribuisce a dare una sensazione di potenza e di mistero a questo imbocco.
Entriamo. La luce filtra dall'ingresso e si riflette sull'acqua illuminando fiocamente i primi metri di parete interna, si può cogliere la vastità dell'ambiente sotterraneo.




Poi inizia il vero buio.. E le nostre torce frontali possono fare poco per illuminare le pareti delle sale. Gli "accompagnatori-speleo-senior"  (..ovvero Adriano, Sergio e Gianfranco!) hanno portato dei fari potenti che permettono di investigare ogni angolo di questa immensità, e la suggestione è profonda. Oltre alla guida, gli "accompagnatori-speleo-senior" si mettono a disposizione per spiegare quanto stiamo vedendo, dalla colorazione delle concrezioni calcaree agli effetti dello stillicidio sulla roccia.




Viene avvistata una colonia di pipistrelli che in questo periodo sono ancora dormienti, ma sono macchioline talmente piccole sul soffitto alto che è difficile rendersene conto. Ad un certo punto il percorso si addentra in una breve galleria, scavata dai militari negli anni intorno alla prima guerra mondiale, e si sbuca alla confluenza dei due fiumi: il Rak e il Pivka. Proseguiamo nel sentiero che risale per un breve tratto il Rak alla ricerca di quel rarissimo anfibio che di nome fa proteo.  Quello della grotta di Planina è infatti uno dei pochissimi luoghi in cui vive questa specie così particolare di anfibio, un tempo creduta un cucciolo di drago. La soddisfazione è palpabile quando una delle torce che setacciavano il fiume illumina la creatura, che si agita come un serpentello tra le buie acque della grotta. 2 gli esemplari che siamo riusciti a scovare, un peccato non potersi avvicinare all'acqua per ammirarli da vicino, purtroppo non era permesso abbandonare il percorso tracciato.
Usciamo dalla grotta visibilmente gratificati per quello che abbiamo vissuto.

Prima di un boccone c'è il tempo per una breve visita alla torre Ravbar. Faceva parte di un tipico castello sloveno del quattordicesimo secolo. La torre è stata ristrutturata, l'interno è semplice ma regale.





Il tempo di un pranzo al sacco senza fretta e poi si risale in corriera, destinazione: Valle dei Gamberi, a circa un quarto d'ora da dove eravamo. Il paesaggio che vediamo scorrere è caratterizzato da un notevole numero di doline, direi quasi un paesaggio.. "dolinitico"!
Scendiamo al parcheggio di fronte ad un hotel. La Valle dei Gamberi è qualcosa di unico nel suo genere: una parte del fiume sotterraneo è venuto alla luce dopo il crollo del soffitto della galleria in cui scorreva. Il fiume è il Rak, di cui poco prima abbiamo visto la parte terminale e la confluenza nel fiume Unica. Data la ristrettezza dei tempi a disposizione si è scelto di percorrere solo in parte la valle, concentrando la passeggiata negli scorci di maggiore fascino.



Abbiamo seguito il percorso che si inoltrava in mezzo al bosco e permetteva di attraversare il fiume tramite una pittoresca passerella in legno.



Proseguendo il sentiero si sale fino ad arrivare ad una piccola grotta, e, sempre attrezzati di caschetti con luce frontale, abbiamo potuto entrare un po' per volta e facendo attenzione a non scivolare abbiamo potuto godere della vista della parete rocciosa a strapiombo sopra il fiume.



Il culmine della bellezza però doveva ancora arrivare.. Il sentiero ci porta fino ad un arco naturale di pietra (Mali Naravni Most): uno scenario da favola, alto più di 50 metri dal corso d'acqua sottostante.



E' stato generato dallo sprofondamento in 2 diversi punti della volta di un'antica enorme caverna sotterranea. I meno stanchi percorrono la via che porta sulle rive del fiume, fortunatamente percorribile in quanto le acque sono sufficientemente basse. Lo spettacolo naturale è incredibile e ripaga indiscutibilmente ogni sforzo di risalita del percorso. La visione delle voragini dal basso in una giornata così soleggiata è davvero stupenda.





E' ora di tornare. la voglia di rimanere ancora un po' in questi paesaggi incantati c'è ma per oggi siamo stati appagati, molto. Era difficile immaginarsi una giornata così bella, così ben organizzata e senza contrattempi.
Michele e Mauro sono stai così contenti dell'andamento dell'uscita che hanno chiesto una collaborazione più frequente con il gruppo speleo, magari di riuscire ad organizzare insieme 2 uscite all'anno, chissà.. Sono sicuro che molti avrebbero piacere!!

Concludo lasciando la parola a un paio di persone che per la prima volta facevano un'esperienza di grotta non turistica, ho chiesto le loro impressioni:
"La sensazione che ho avuto è di quanto i tempi dell'esistenza dell'uomo siano insignificanti rispetto ai tempi della natura, come nella lenta crescita di una stalattite. Rispetto ad una grotta turistica, il buio ha esaltato i rumori dell'acqua e l'esplorazione con i fari ha reso affascinate la ricerca dei particolari. E' stato interessante anche vedere il bellissimo paesaggio carsico ed è stata la forza della natura a catturare la mia attenzione, in particolare nel vedere come è stata decimata la foresta a causa della gelata dell'anno scorso"


"La sensazione per me è stata come di andare a curiosare nella vita segreta della montagna, andando a vedere quello che in genere è nascosto agli occhi, alla luce, o meglio si nasconde alla nostra vista. E' stato come vedere per una volta un mondo segreto, in genere inaccessibile. Un mondo inaspettato, con i fiumi che scorrono e animali strani".


Andrea Zamboni

foto: Diana Carratta

giovedì 5 marzo 2015

13/3/2015 - APPUNTAMENTI AL BUIO: "OLTRE L'AVVENTURA" CON FABIO BOLLINI

Seconda serata degli Appuntamenti al Buio, Eventi Culturali organizzati dal Gruppo Speleologico Padovano. 
Ospiti della serata saranno Fabio Bollini e Romeo Uries che presenteranno:





La natura umana ha bisogno di tensione, di avventura. La montagna è solo un mezzo per viverla, dalla speleologia al canyoning, dal trekking all'arrampicata, dalla mountain bike alla discesa dei fiumi. Un viaggio attraverso immagini, suoni, video, testimonianze, alla ricerca della prima vera essenza del nostro animo "

Un tour adrenalinico e avventuroso tra immagini, slide show e video in alta definizione. Un mix esplosivo tra esplorazioni speleologiche estreme ("Krubera", la grotta più profonda del mondo e l'italianissima "W le Donne") e canyoning, il tutto condito da racconti in diretta ed effetti musicali a sorpresa.

Ecco un piccolo video promo: 

http://youtu.be/3mQdEE9KceI

La serata si terrà il giorno 13 marzo a partire dalle ore 21 presso la sede dei CAI di Padova, in Via Gradenigo 10. Ingresso libero.


Al termine della serata ci sarà un piccolo rinfresco...vi aspettiamo!