sabato 4 giugno 2011

DIVERTENTI DIVERTICOLI

Abisso Bluette Foto: Francesco S.

DIVERTENTI DIVERTICOLI






Omar ci abbandona a Intrigoss, dopo averci fatto da sherpa. Ci salutiamo guardando la piana di cimia e la paretona del pizzoc che gioca a nascondino con le nuvole; in fondo, dall’altra parte della valle, la gusela sembra fare la guardia all’ingresso di Isabella quasi a proteggere tesori e segreti rinchiusi in quel mondo di buio e pietra.


La strada è ancora lunga, ma quando arriviamo all’ingresso ci godiamo uno dei più bei panorami che si possano immaginare. Penso alla prima volta che sono stato qui e di come sia stato folgorato dalla bellezza di questo luogo: quando sono uscito dalla traversata PE-Isabella, proiettato qui dopo un’indigestione di emozioni, fatica e buio. Mi ricordo quell’immagine della gusela scolpita nell’azzurro del cielo autunnale e la rivedo oggi ancora nitida e irrazionale come i sogni a cui fa da guardiana.


 Abisso Bluette Foto: Francesco S.
Con gran calma ci sistemiamo, mangiamo qualcosa e poi ci infiliamo per vedere di proseguire l’esplorazione del ramo Michele. Tranquilli arriviamo alla cordina che risale e tra concrezioni e  vaschette di pisoliti arriviamo alla stranissima sala dove era terminata l’ultima esplorazione. Effettivamente una galleria sembra occhieggiare in alto: basta risalire una paretina di qualche metro. Ci fermiamo un attimo per guardarci intorno: Mauro e Cesco si infilano a verificare eventuali prosecuzioni alla base della sala, io invece mi butto su, effettivamente la roccia non è un gran che ma in un attimo sono all’imbocco della galleria e sembra andare, ma poi sembra stringere … sento le voci degli altri e gli dico di salire: mettiamo giù una cordina e poi siamo tutti sopra. Un passaggio tra i massi e … la galleria sembra esplodere in un freatico davvero notevole, ma purtroppo la solita faglia la fa chiudere inesorabilmente. Ci guardiamo intorno un po’ delusi in cerca di qualche passaggio ventoso, ma niente, iniziamo così a rilevare, e tra un tiro di poligonale e l’altro Mauro becca anche un divertente diverticolo che immette in una diaclasi che però non da alcuna possibilità di prosecuzione.


 Abisso Bluette Foto: Francesco S.
Niente da fare nemmeno da questa parte! Con Isabella può bastare così per oggi e ritorniamo all’uscita pensando già al Bluette e a cosa ci riserverà per l’indomani. 


Chiudiamo la serata col fuoco nel cavernone di isabella, due salsicce, e poi dentro ai sacchi con le luci di Belluno che sembrano a due passi da noi, ma infinitamente distanti.


Il risveglio è come al solito condito dal racconto dei sogni allucinati di Mauro e dalla pigrizia che nemmeno un  nescafè cattivo come la morte riesce a scacciare via dai nostri sottotuta.


Poi siamo all’ingresso del Bluette  che non si smentisce e sembra divertirsi a mostrarci i tasselli di un puzzle mescolati  in una scatola di buio ghiacciato e il  cercare di ricomporli è un giochino davvero interessante, ma per niente facile.


Pezzi di gallerioni freatici da manuale, frane, meandroni, faglie, sale di crollo, riempimenti, aria che si intrufola chissà dove e ghiaccio, tanto ghiaccio.


Scendiamo lo scivolo d’ingresso e io e Mauro rileviamo, mentre Cesco sistema un po’ di armi e ruma in giro, ci troviamo ad arrancare tra cunicoli franosi e salette ghiacciate ed è davvero impagabile rilevare strisciando sul ghiaccio, poi anche il disto ne ha abbastanza e decide di scendere da solo un toboghino ghiacciato per tuffarsi in una pozza d’acqua … purtroppo funziona ancora e ci tocca continuare: ma qualcuno ci aveva detto che nel Bluette c’erano gallerioni, meandri… sarà!


Quando ci ribecchiamo con Cesco scopriamo che, in effetti, la grotta vera è un’altra,  fatta davvero di meandri e gallerie di dimensioni molto interessanti.


Rileviamo ancora ma con spirito completamente diverso, facciamo qualche foto, e ci dedichiamo finalmente un po’ all’esplorazione: becchiamo un bel meandro che ci spedisce su ambienti ancora strani e molto vicini all’esterno come ci indicano delle ossa di qualche grosso animale arrivato lì giù chissà quando e chissà da dove. Raggiungiamo altri livelli di gallerie che sembrano davvero buttati lì a caso, Mauro si mette ancora alla prova con altri divertenti diverticoli … e poi ci infiliamo oltre il passaggio ventosissimo della galleria terminale.


Qui è ancora più strano!…l’aria si perde in un cunicoletto, c’è un piccolo arrivo d’acqua, ma la cosa più strana è che si sente un rumore ritmico che sembra quasi un respiro! Acqua? Aria? Bluette che dorme? Mah…


È comunque già ora di uscire e rientrare alla base di Isabella dove ci godiamo un’altra splendida notte fuori dal mondo: vediamo le luci li sotto, ma abbiamo ancora negli occhi il buio, sogniamo di inseguire le infinite vie che scorrono dentro alla piana di Cimia, immaginiamo freatici enormi che ci portino dritti dritti nel cuore dei Piani Eterni, poi i suoni della notte ci portano via, si intrufolano nei nostri sacchi a pelo e ci accompagnano fino a mattina.
Abisso Bluette Foto: Francesco S.
 Ed è già ora di rientrare, di iniziare la lunga strada verso casa e verso la civiltà; a Intrigoss l’ultimo sguardo alla piana, all’ingresso del Bluette,alla grande mughera ancora da battere e ancora immaginiamo l’enorme reticolo di gallerie nascosto lì sotto. Dall’altra parte della valle la gusela, immobile come sempre, sembra leggere nei nostri pensieri e sorridere, ma solo per un attimo,poi torna seria a custodire i tesori e i segreti rinchiusi in quel mondo di buio e pietra.


Poi scolliniamo e di nuovo la luce del sole riempie i nostri occhi.

ciccio

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